Traffico aereo outogoing

Fto: traffico aereo outogoing al 43%, i viaggi esteri degli italiani

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Secondo i dati del Centro studi della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, la Fto (presentati durante la Convention 2024 in corso a Malta) nel periodo gennaio-novembre 2023 l’incoming in Italia sulle rotte aeree internazionali ha pesato per il 57% del totale, contro il 43% di traffico aereo outgoing.

Dati non dissimili a quelli del 2019 pre-pandemia, quando il rapporto era 56% a 44%. Rilevante è però il tasso di recupero del 2023, sull’ultimo anno pre-pandemia: finalmente positivo a 104%.

Una crescita trainata soprattutto da Medio Oriente e Nord Africa, a testimoniare la piena ripresa del traffico aereo dopo il Covid.

Mete del traffico aereo outogoing

Rispetto alle varie aree del mondo, l’outbound addirittura sopravanza l’inbound per l’Africa (76%) e l’Asia Centrale (54%). E nel 2023 anche per l’estremo Oriente (54%), dove si prevede il pieno recupero.

Mentre l’incoming svetta sulle tratte del Nord America (72% a 28%) e dell’Oceania (81% a 19%). L’Europa rappresenta quasi l’80% della domanda complessiva, ma il dato considera il point to point e non scorpora le tratte con scalo continentale intermedio.

“Il Nord America, per il peso e la qualità dei flussi turistici alto spendenti, è stato determinante a beneficio del settore – spiega Franco Gattinoni, presidente di Fto – ci aspettiamo una conferma se non una crescita nel 2024 insieme a tutto il comparto di lungo raggio. Questi numeri dimostrano anche il valore fondamentale dell’outgoing, che garantisce la connettività del nostro sistema Paese”.

malta 2024

Fto rileva quanto il dibattito sul trend del turismo si concentri unicamente sui volumi e sull’andamento degli arrivi, delle presenze, dei servizi e della spesa dei turisti.

“Il turismo è bidirezionale e i viaggi all’estero dei nostri connazionali incidono fortemente, per i vettori aerei – prosegue Gattinoni – perché garantiscono sostenibilità, profittabilità e bilanciamento del rischio di mercato. Senza dimenticare il valore aggiunto e il Pil nazionale, in termini di investimenti e occupazione, e all’erario da parte della filiera. Un fronte sul quale il Turismo organizzato gioca un ruolo fondamentale nel contemperare quantità e qualità, coniugando le esigenze di crescita e il rispetto dei luoghi. Contro l’overtourism e le distorsioni del ‘mordi e fuggi’, intercettando in anticipo e favorendo i migliori trend di mercato”.

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