Una delle principali sfide che il settore turistico dovrà affrontare nei prossimi anni? Sarà tenere il passo con le esigenze di una nuova popolazione di viaggiatori, sempre più informata, abituata alle tecnologie e con le idee chiarissime in tema di esperienze di viaggio. Una tendenza che riguarderà il leisure e, sempre di più, anche il business travel: non è un caso che nel mondo anglosassone, da cui provengono i trend destinati a impattare anche sul nostro mercato, si sia diffuso il neologismo “bleisure”, a indicare la crescente propensione dei viaggiatori d’affari ad abbinare alle trasferte lavorative momenti di turismo “vacanziero”. Di questa rivoluzione si è parlato nel corso del Travel Tecnology Day di Amadeus, in programma a Milano il 9 giugno scorso.
A introdurre i lavori l’a.d. di Amadeus, Francesca Benati, che ha illustrato i dati di una travel industry finalmente in ripresa: da qui al 2030, infatti, il numero dei passeggeri mondiali salirà a 1,8 miliardi (contro il miliardo attuale), con un incremento medio annuo del 5%. Andamento positivo anche per il mercato dei viaggi d’affari, in passato pesantemente penalizzato dalla crisi: nel 2014, a livello mondiale, questo segmento – che rappresenta il 24% del mercato – ha infatti registrato una crescita del 4,7, mentre in Italia l’incremento è stato del 3,1%, per un volume d’affari di 23 miliardi di dollari. Di fronte a numeri così incoraggianti, il compito della travel industry è non farsi cogliere impreparata ma, al contrario, intuire e assecondare i mutamenti in atto. Se fino ad oggi la parola d’ordine per gli operatori è stata “multicanalità”, ovvero il presidio di più canali di intermediazione, in futuro si dovrà parlare di “cross-canalità”, cioè dell’integrazione di più strumenti, online e offline, per raggiungere nuove tipologie di viaggiatori. Una dinamica che vedrà in prima linea le tecnologie mobile e la comunicazione attraverso i social.
Un tema, questo, ripreso anche nel provocatorio intervento del prof. Prof.Carlo Alberto Carnevale Maffè di SDA Bocconi: il peggior autogol per gli operatori turistici è proporsi in maniera tradizionale a una clientela ormai profondamente mutata. Bisogna invece rendersi conto che oggi i viaggiatori sono degli “splendidi opportunisti”, sempre più preparati e autonomi, e mettere a punto nuove strategie di coinvolgimento.
Proprio per fotografare meglio l’offerta, Amadeus ha commissionato la ricerca “Future Traveller Tribes 2030”, illustrata durante l’incontro dal direttore marketing di Amadeus Tommaso Vincenzetti. I nuovi viaggiatori oggi hanno esigenze sempre più polarizzate che permettono una suddivisone tra accumulatori di esperienze social, puristi culturali, viaggiatori etici, fan della semplicità, forzati del viaggio, cacciatori di gratificazioni. La sfida è essere in grado di anticipare le loro scelte, offrendo in tempo reale prodotti specifici. Questo, come abbiamo accennato, vale anche per i viaggiatori bleisure, visto che, a livello mondiale, il 60% dei business traveller ha aggiunto almeno una volta dei giorni di vacanza alla sua trasferta, mentre il 72,2% considera un beneficio il mix lavoro-vacanza.
Nella seconda parte del convegno questi temi sono stati ripresi durante una tavola rotonda a cui hanno preso parte sette protagonisti della travel industry: Luca Patanè, presidente di Uvet American Express, John Alborante, sales & marketing manager di Ryanair, Gabriele Burgio, presidente e a.d. di Alpitour, Riccardo Donadon, a.d. di H-Farm Venture, Angelo Ghigliano, country director di eDreams OdigeO Italy, Gabriele Rispoli, direttore commerciale di Amadeus Italia, e Leonardo Massa, country manager Italy di MSC Crociere.