Sostenibilità aziendale dei viaggi

Sostenibilità dei viaggi aziendali, il settore è pronto alle direttive UE?

Alla vigilia dell'allargamento alle imprese più più piccole dell'obbligo UE del report di sostenibilità, alcuni addetti ai lavori spiegano l'importanza del Csrd

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La sostenibilità dei viaggi aziendali entra prepotentemente nelle imprese europee con una direttiva comunitaria. Se da tempo le grandi aziende quotate in Borsa sono tenute a rendicontare l’impatto dei loro viaggi aziendali, ora anche quelle con più di 250 dipendenti dovranno farlo.

Questo da gennaio 2024, grazie all’introduzione della Direttiva UE sul reporting di sostenibilità aziendale (CSRD).

Ciò significa che circa 11.500 aziende di “interesse pubblico” in tutta l’UE dovranno iniziare ad applicare le nuove norme relative al monitoraggio della sostenibilità aziendale dei viaggi nel corso del 2024. Poi dovranno riferirne pubblicamente durante l’anno successivo.

Per l’industria europea dei viaggi cosa significa realmente l’introduzione della Csrd? Si tratta solo di qualcosa che influisce solo sui fornitori di viaggi o ci sarà un impatto per coloro che li vendono o addirittura per chi li acquista? Riguarda solo il business travel o anche il leisure? E il settore è pronto? Alcuni addetti ai lavori hanno detto la loro.

Sostenibilità dei viaggi aziendali, si monitora solo se si conosce

Andres Fabris, fondatore e Ceo di Traxo, specializzata nelle soluzioni tecnologiche per i viaggi d’affari, individua una sfida per le imprese i cui dipendenti effettuano prenotazioni al di fuori del sistema ufficiale.

«Il Csrd evidenzia un’altra sfida per le aziende che non dispongono di adeguati programmi di gestione dei viaggi. In base alla direttiva, queste dovranno riferire sulle emissioni di “ambito 3” dei loro viaggi di lavoro. Il punto è che possono fare un report solo sui viaggi d’affari che possono monitorare e di cui sono a conoscenza. In altre parole, non saranno in grado di gestire le prenotazioni effettuate al di fuori del sistema. Per questo motivo le imprese hanno bisogno di un programma di gestione dei viaggi che sia sotto il controllo del travel manager».

Senza un sistema che controlli viaggi e prenotazioni, si rischia di fare una rendicontazione Csrd inaccurata o incompleta.

Report di sostenibilità e difficoltà nel definire il bleisure

Anche se questo sembra essere un problema riservato ai viaggi aziendali, potrebbe non essere così semplice. Emilie Dumont, amministratore delegato di Digitrips (che possiede la piattaforma francese di viaggi multiprodotto MisterFly), individua un problema con i confini sempre più confusi tra viaggi d’affari e di piacere.

«L’evoluzione della tendenza “bleisure” potrebbe rendere difficile il report sulla sostenibilità. In che modo un’azienda determina quali parti del viaggio di un dipendente sono destinate al lavoro e quali al tempo libero? Un dipendente potrebbe intraprendere un viaggio a lungo raggio per conto della propria azienda. Poi però potrebbe allungare il soggiorno con la famiglia e prenotare hotel o compagnie aeree diverse».

Insomma: sarà una sfida. E per questo i travel manager dovranno sviluppare strategie e calcoli che ne tengano conto. «Ciò potrebbe aprire un mercato di vendita completamente nuovo. O almeno offrire ai fornitori di tecnologia l’opportunità di sviluppare strumenti per rispondere a questa esigenza».

È probabile che il Csrd abbia un impatto anche sul mercato delle fusioni e acquisizioni nel settore dei viaggi, nonché sui finanziamenti. Secondo Morgann Lesne della banca di investimenti nel settore dei viaggi Cambon Partners il panorama sta cambiando.

«Le aziende in cerca di finanziamenti o che stanno valutando una fusione dovranno mettere in ordine i loro rapporti Esg (Environmental, Social and Governance). Oppure rischieranno un rifiuto. È meglio iniziare a prepararsi adesso piuttosto che scoprire all’ultimo minuto che si tratta di un problema».

Morgann Lesne suggerisce di iniziare a raccogliere i dati Esg e acquisire familiarità con i dati da fornire ai sensi della direttiva.

Le assicurazioni valutano il rischio anche leggendo il Csrd

«Gli assicuratori del settore viaggi cercheranno anche la conformità con la Csrd prima di emettere polizze» aggiunge Sami Doyle del broker Tmu Management.

«I punteggi Esg misurano l’esposizione di un’azienda ai rischi ambientali, sociali e di governance a lungo termine e guidano la performance. Pertanto, rappresentano una fonte di informazione per gli assicuratori durante la valutazione del rischio. La sostenibilità dei viaggi aziendali sono un’enorme sfida da affrontare quando si tratta di raggiungere obiettivi di zero emissioni a lungo termine. Quindi gli assicuratori sono sempre all’erta sia che si tratti di business travel sia di viaggi leisure».

Ed è qui che entra in gioco il rispetto delle direttive Csrd. «Le compagnie di assicurazione punteranno subito ad avere la prova che il cliente ha ottemperato alle direttive contenute nella Csrd. Ed è probabile che eventuali “buchi” vengano segnalate come un rischio».

Sostenibilità dei viaggi aziendali: il caso degli hotel

Forse l’impatto maggiore della Csrd riguarda gli hotel, che si concentreranno sulla redditività sostenibile. Ciò porterà alla fine della pratica del greenwashing.

«Credo che questa direttiva potrebbe essere davvero utile per gli hotel che cercano di ottenere maggiori profitti dalla sostenibilità. O meglio: che mettano in campo soluzioni green e che affrontino anche iniziative Esg per i propri clienti, in particolare i viaggiatori aziendali».

Così ha commentato Alex Barros, chief marketing & innovation manager di BEONx, una piattaforma di revenue management alberghiero.

«Gli hotel più avanzati in termini di sostenibilità avranno accesso a più dati, che potranno essere utilizzati anche per dimostrare il loro impegno e la loro trasformazione. Saranno in grado di misurare e cercare davvero soluzioni che siano sostenibili ma, soprattutto, redditizie».

Ossia un tema che potrebbe migliorare le vendite tramite una attività di marketing comunicata in modo appropriato. Infatti i viaggiatori attenti all’ambiente non amano particolarmente il greenwashing.

«L’unico modo per un’attività alberghiera di accogliere favorevolmente le iniziative ecologiche è se queste iniziative generano un impatto finanziario positivo. Per questo il Csrd potrebbe aiutare gli hotel a concentrarsi su questo punto».

 

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