Se ne parla molto sin da prima che arrivassero in strada, di auto elettriche e connesse, soprattutto per usi aziendali, ma delle usate si conosce abbastanza?
Ora che in strada ce ne sono parecchie arrivano anche i primi dati per capirne l’impatto sul mondo aftermarket, non solo lato offerta e commerciale.
I dati ben confezionati a livello nostrano ma su modelli di ogni tipo, soprattutto esteri, nell’Aftermarket Report Auto Connesse ed Elettriche ci danno conferme e lanciano anche qualche piccolo allarme. Per chi giustamente non ha il polso su quanto accada in officine e rivendite auto usate.
Auto elettriche usate: dopo 5 anni metà valore
Pensare a un’auto elettrica usata vuole dire non solo controllarne il decadimento di valore rispetto al listino prezzi da nuova. Lo studio in oggetto ha analizzato i rischi di una Bev di seconda mano (su dati carVertical) evidenziando la probabilità più bassa di ritrovarsi odometri manomessi, ma anche che il 21% delle Bev usate in vendita, ha subito danneggiamenti, con un riparazioni onerose il valore residuo delle auto. Al netto di certi elementi, il valore delle Bev scende di il 50% rispetto a listino dopo 5 anni, più rapidamente delle auto a benzina, ibride e diesel. Nello specifico, Il valore residuo delle Bev è 82,5% dopo 2 anni, 53,9% dopo 5 anni, 33,8% dopo 10 anni.
Quanto costano le auto elettriche in manutenzioni
Se è vero che la manutenzione ordinaria delle auto elettriche è considerabile più semplice ed economica, rispetto alle termiche (assenza di molti liquidi, filtri e materiali di usura), i costi dei tagliandi previsti variano non poco, da modello a modello. L’indagine sui costi ufficiali dei tagliandi di manutenzione, sintetizzata nel grafico qui riportato, mostra qualche sorpresa: i costi delle manutenzioni non vanno di pari passo con il prezzo di listino dell’auto, modelli con prezzi più bassi possono avere costi di manutenzione simili a modelli costosi. Anche per via delle frequenze diverse negli ingressi dovuti in officina (come nel caso analizzato di una Fiat 500 elettrica, 20% più costosa nel tagliando di una VW ID.4 senza pompa di calore).
Rete assistenza auto cinesi elettriche
La ricerca in oggetto ha toccato anche un tema molto caro a MissionFleet e di cui, spesso, ricordiamo l’importante: la rete assistenza per un nuovo carmaker. Soprattutto se oltre alla novità di marchio si trova anche quella di tecnologia. I dati esposti dicono che rispetto al numero considerevole di carmaker in Cina, solo una decina è ora in Italia e non tutte hanno una rete. Qualcuno si appoggia ad altri, con accordi, qualcuno entra in collaborazione solo con grandi dealer in grado di coprire le spese di formazione e attrezzatura. Non ci sono ancora grandi numeri e capillarità assoluta, per la decina di marchi considerati, salvo pochi casi che contano punti assistenza in quantità a tre cifre (come Dr, Ickx e Sportequipe, che li condividono).
Come avviene il tagliando di un’auto elettrica – Video
Gli interventi di manutenzione su auto elettriche sono diversi dai soliti, noti, sulle termiche. Ci sono meno lavorazioni meccaniche ma anche del nuovi controlli ai sistemi di alta e bassa tensione, no banali. Il video qui riportato, su Missionline.it, mostra una manutenzione ordinaria, di primo tagliando, su un’auto elettrica come la Volkswagen ID.4 (presso un Arval Premium Center certificato).
Manutenzione auto elettriche a caro prezzo
Secondo l’indagine, le manutenzioni di auto elettriche, specialmente straordinarie, portano a vedere cifre di costo molto superiori rispetto ai livelli ufficiali divulgati dalle Case auto: aumenti di spesa fino al +280% rispetto ai costi di manutenzione preventivabili sulla carta. Da un lato la beffa dei driver elettrici è figlia di una bassa trasparenza di alcuni autoriparatori (che a onor del vero si sobbarcano oneri di formazione e strumenti, per le auto elettriche) dall’altro evidenzia una tariffa differenziata di manodopera, tra termiche ben conosciute e inedite Bev.
Costi per batterie non riparabili e smaltimento
Parlando del riciclo e della riparabilità delle batterie nelle Bev, le officine italiane avranno l’onere di gestire l’avvio di smaltimento delle batterie ad alta tensione. Siano esse guaste, non sono riparabili o comunque sostituite da inviare presso sedi opportune. A oggi, secondo l’indagine in oggetto, parlando di costi e procedure smaltimento delle batterie agli ioni di litio ci sono ancora elementi di incertezza e poca uniformità, soprattutto per la riparabilità, ovvero il ripristino delle batterie, alcuni produttori sarebbero “in alto mare”.
Fonte dati e informazioni: elabrazione da indagine a cura di SicurAUTO.it