Tra le ultime tendenze del trasporto aereo ce n’è una che è già in voga in nord America ma che in Europa è sconosciuta o quasi: skiplagging.
Un termine che letteralmente indica il “salto”. In questo caso è il salto di un viaggio. Bisogna però spiegare meglio: si tratta di una pratica in uso negli ultimi mesi per combattere il caro voli. Consiste nell’acquistare un biglietto aereo su 2 tratte, scegliendo di fare scalo nella città in cui effettivamente si vuole andare. Senza poi prende il secondo volo.
E’ una pratica che sta prendendo piede e che non piace per nulla alle compagnie aeree, dato che farebbe perdere loro milioni di dollari ogni anno. In nord America sta montando il dibattito, che da parte dei vettori è semplice: a chi effettua skiplagging può essere vietato di volare con determinate compagnie. Oppure può significare la perdita dello status di frequent flyer o addirittura la citazione in giudizio.
Ci sono vettori che stanno investendo in infrastrutture IT per identificare gli skiplagger e prevenire queste tendenze del trasporto aereo.
Del resto diversi sondaggi effettuati in giro per il mondo mostrano che per la maggior parte dei viaggiatori il prezzo del biglietto è una voce fondamentale nella scelta di una compagnia aerea. A volte, però, sembra impossibile trovare una tariffa economica.
O, per meglio dire, sembrava impossibile fino a qualche tempo fa, quando lo skiplagging è diventato la manna dal cielo dei viaggiatori che vogliono raggiungere la propria destinazione nel modo più economico possibile. Pertanto abbandonare la seconda tratta del viaggio comperato risulta insignificante.
Milano-Cleveland via New York. Ma ci si ferma nella Grande Mela
Un esempio? Se si vuole andare da Milano a New York, con la compagnia XYZ si può prenotare un volo Malpensa-Jfk-Cleveland, che paradossalmente costa meno di un MI-NY diretto. Una volta al Jfk della Grande Mela, il passeggero non si presenta all’imbarco dell’aereo tra New York e Cleveland. E risparmia.
Per chi viaggia ci sono solo due controindicazioni. Primo: non bisognerebbe registrare il proprio bagaglio, perché si correrebbe il rischio di doverlo recuperare nella città dell’Ohio.
Secondo: funziona solo all’andata. I sistemi di prenotazione della maggior parte delle compagnie aeree annullerebbero automaticamente il viaggio di ritorno una volta che si rendessero conto che non si ha completato il volo di andata.
Ma perché lo skiplagging è una minaccia per le compagnie aeree? Innanzitutto, perché le porta a volare con posti vuoti tra la città di scalo e la destinazione finale della prenotazione. Un sedile vuoto è lo scenario peggiore per qualsiasi vettore, poiché si traduce in costi non coperti da alcuna fonte di entrate.
Inoltre, aspettare (invano) che gli “skiplagger” si presentino al gate provoca un ritardo dell’aereo che copre la seconda tratta.
(Leggi della decarbonizzazione del trasporto aereo)
Tendenze nel trasporto aereo, con lo skiplagging si rischia l’annullamento del volo
Intanto i vettori sono corse ai ripari e stanno capendo come fermare il fenomeno. Curioso che sul portale speccializzato skiplagged.com nella homepage si legga che una compagnia aerea ha già fatto causa al sito perdendo in giudizio.
American Airlines, ad esempio, vieta il volo a chi compra questi biglietti. Addirittura, negli Usa il padre di un diciassettenne aveva prenotato per lui un volo da Gainesville, in Florida, a New York via Charlotte.
Il giovane passeggero, che avrebbe dovuto saltare la seconda tappa del viaggio, non è riuscito nell’intento perché gli agenti dell’aeroporto hanno presto scoperto i suoi piani. Così lo hanno portato in una stanza per gli interrogatori.
Secondo American Airlines, agli skiplagger può essere vietato il volo dato che questi biglietti violano le condizioni di trasporto del vettore. Queste condizioni che vanno lette e accettate da tutti i passeggeri al momento dell’acquisto di un volo.
Se scoperti, le compagnie potrebbero annullare il biglietto e richiedere il pagamento della tariffa intera per il volo diretto tra l’origine e la destinazione prevista.
Tendenze del trasporto aereo: i frequent flyer stiano più attenti
Se poi si avesse lo status di frequent flyer bisognerebbe evitare di collegare il proprio numero di viaggiatore abituale a queste tendenze del trasporto aereo. Alcuni vettori hanno deciso di scoraggiare questa abitudine azzerando il conto delle miglia accumulate.
In passato ci sarebbero stati alcuni casi in cui le compagnie aeree hanno citato in giudizio i passeggeri colpevoli di skiplagging. Nel 2018, una ha chiesto un risarcimento di 2.300 dollari a uno skiplagger.
Tuttavia, più che i passeggeri stessi, i vettor cercano di eliminare i siti web che promuovono lo skiplagging. Fra questi anche il citato skiplagger.com.
Fondato nel 2013 da Aktarer Zaman, permette di trovare voli fino a 100 dollari in meno rispetto alla maggior parte dei siti di viaggio. La United Airlines ha citato in giudizio Zaman, affermando che questo portale promuoveva viaggi “severamente vietati” e concorrenza sleale.
Anche American Airlines e Southwest hanno le vie legali facendo causa al sito web. Fino ad ora, tuttavia, nessun tribunale ha dichiarato illegale lo skiplagging.
Le compagnie aeree investiono in IT
Secondo l’associazione Airlines for America, tra il 2018 e il 2022 i vettori statunitensi hanno investito circa 30 miliardi di dollari in nuove infrastrutture IT. Questo per migliorare le proprie operazioni, i canali di prenotazione e il servizio clienti.
Parte di questo investimento è servito anche a sviluppare programmi software e algoritmi in grado di identificare gli skiplagger.
Tali sistemi aiutano per esempio a identificare i passeggeri che ripetutamente non si presentano sui voli. Inoltre, evidenziano le prenotazioni in cui i passeggeri sembrano aver volontariamente omesso alcune informazioni personali, come il numero di frequent flyer.
La compagnia aerea monitorerà quindi le future prenotazioni di questi passeggeri, rendendo più facile per loro scovare gli skiplagger.
(Leggi del futuro del trasporto aereo in Italia)