L'auto elettrica soddisfa

L’auto elettrica soddisfa gli italiani: 9 su 10 la ricomprerebbero

Un sondaggio di Areté mostra che la maggioranza degli utenti di vetture a batteria (BEV) è soddisfatto dell'acquisto. Ma gli utenti sono ancora privati con alta capacità di spesa

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L’auto elettrica soddisfa gli italiani al punto che 9 utilizzatori su 10 ne ricomprerebbero una. A soddisfare chi abitualmente si mette al volante di una “emissionin zero” non c’è solamente la vettura in sé quanto anche l’esperienza di guida e di ricarica.

L’utente medio di queste auto vive in città, ricarica prevalentemente a casa, compie meno di 400 km con un “pieno” e sceglie questa tecnologia principalmente per motivi ambientali.

Sono queste le principali evidenze che emergono dal sondaggio di Areté “Cosa pensano gli utilizzatori delle auto elettriche?”.  L’obiettivo dell’azienda di consulenza strategica era di indagare la reale soddisfazione del segmento di popolazione che utilizza abitualmente una vettura elettrica.

Il sondaggio risale al mese di settembre.

(Leggi dell’Iva sulle auto elettriche)

L’auto elettrica soddisfa soprattutto chi vive in città

Prima di tutto un dato sulle auto elettriche. Nei primi 8 mesi del 2023, in Italia ne sono state vendute oltre 41.000 con un +32% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma la penetrazione sull’intero immatricolato nazionale stenta a crescere e resta confinata sotto quota 4% (al 3,9%).

Dallo studio emerge il profilo dell’utilizzatore medio dell’auto elettrica. Il 58% del campione intervistato (distribuito sul territorio nazionale) guida una di queste vetture da oltre un anno e nella maggioranza dei casi vive in una città (nell’89% dei casi).

E poi: ricarica la propria auto preferibilmente in casa (57%) mentre solo il 38% si affida stabilmente alle colonnine collocate negli spazi pubblici. E il restante 5%? Si serve delle infrastrutture collocate nei parcheggi del luogo di lavoro.

Un ulteriore dato utile a tracciare il profilo dell’utente medio e delle sue scelte di acquisto riguarda i chilometri mediamente percorsi con un “pieno”. L’85% dei rispondenti afferma di compiere meno di 400 km, a conferma di come l’autonomia di queste vetture resti un tema centrale per l’esperienza di guida.

Tra l’altro, su questo tema, la tecnologia ha ampi margini di miglioramento per ampliare la propria platea di utilizzatori.

Al top della scelta: l’attenzione all’ambiente

In generale, chi compra elettrico, conferma la propria scelta. L’87% è soddisfatto dell’esperienza di ricarica (rete colonnine, abbonamenti, modalità di pagamento) e la percentuale sale addirittura al 96% se la domanda riguarda il gradimento complessivo per la tecnologia.

L’auto elettrica soddisfa nove italiani su dieci: infatti il 90% tra quelli che guidano una vettura a batteria si dicono convinti della propria scelta e non tornerebbero indietro.

Il motivo? L’attenzione all’ambiente e alla riduzione delle emissioni di CO2 resta il motivo principale per cui si sceglie l’elettrico (40%), seguito dai costi di manutenzione più bassi (25%).

Ora resta da “convincere” anche chi una emissioni zero non ha ancora, frenato anche dai prezzi di acquisto. In base al sondaggio, l’88% degli utilizzatori sono privati con elevata capacità di spesa.

Ciò si evince dalle modalità di acquisto di queste vetture: quasi la metà dichiara di averle acquistate con pagamento in un’unica soluzione. Un’opzione cui mediamente gli acquirenti di auto in Italia ricorrono solo nel 29% dei casi. E la percentuale sale addirittura al 60% per chi compra una Tesla.

«I dati della nostra nuova instant survey – sottolinea Massimo Ghenzer, presidente di Areté – rivelano che l’auto elettrica soddisfa gli acquirenti. Insomma: chi prova la sua tecnologia non torna indietro. I dati mostrano i limiti insiti nell’attuale offerta di modelli elettrici che restano principalmente due. Primo: i costi, ancora troppo elevati. Questi riducono di fatto il target di acquirenti a circoscritte fasce di popolazione in grado di acquistare una vettura senza finanziamenti. Secondo: la limitata autonomia in termini di chilometri che non consente di liberarsi totalmente delle ansie sulle percorrenze. Fino a quando questi due limiti persisteranno questo segmento di mercato è destinato a restare poco più di una nicchia dell’automotive nazionale».

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