Roma i tempi di attesa degli autobus hanno raggiunto livelli inimmaginabili. Livelli che non sono più tollerabili e che stanno portando i residenti ai trasporti “fai da te”. In altre parole: si ricorre all’auto propria.
Tutto ciò in barba alle direttive europee che impongono gli stati di limitare le emissioni di CO2.
Già 15 anni orsono, la direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria puntava a ridurre l’inquinamento atmosferico per limitare al minimo gli effetti nocivi per la salute o per l’ambiente.
O come la direttiva del 26 ottobre 2022 (la puoi scaricare qui) che punta ad allinearsi ai livelli di inquinamento raccomandati dall’Oms. In particolare: impone una riduzione progressiva dell’esposizione media della popolazione al PM2,5 e al biossido di azoto.
Questa riduzione, entro il 2030, deve essere pari al 25% rispetto al valore dell’indicatore di esposizione medio calcolato nel 2020.
Tempi di attesa degli autobus a Roma: 57 minuti sono troppi
Un esempio: il 7 giugno scorso, alla fermata di Corso Francia nella zona nord di Roma i tempi di attesa degli autobus erano stranamente accettabili. Tranne per il 223, l’unico che colleghi direttamente la stazione Termini con la zona nord della città. L’unico.
L’attesa? A metà mattina era di 57 minuti. Tempo ideale per perdere il treno o l’aereo, visto che dalla stazione di Roma Termini parte il Leonardo Express, il treno diretto all’aeroporto di Fiumicino.
Una situazione scandalosa, che si ripete ogni giorno e che de facto impedisce ai cittadini di utilizzare il mezzo pubblico per andare in stazione.
La cosa che più fa pensare i residenti è che questo stato di cose non cambia col cambiare del colore politico delle giunte. Giunte che nel corso degli anni non sono riuscite a normalizzare la situazione. Tutta colpa della politica? Forse. O forse no.
L’assenteismo dei dipendenti Atac – la municipalizzata che a Roma si occupa di trasporti – è un’altra nota dolente. Basti pensare che nel primo trimestre del 2022, in media non si è presentato sul posto di lavoro il 17,53% dei circa 11.800 dipendenti. Un dato in peggioramento visto che nello stesso periodo del 2020 si assentava il 16,67% e nel 2021 il 13,21%.
Per fare un paragone, nel 2019 (ultimo dato disponibile) a Milano il tasso di assenteismo tra i circa 10.000 dipendenti Atm era attorno all’8%.
(Gli italiani perdono 35 ore all’anno nel traffico)
La linea A si ferma alle 21. E dopo? Solo in autobus
Le cose non vanno meglio in metropolitana, con disservizi difficilmente riscontrabili in altre città europee. Primo: gli orari di chiusura hanno dell’incredibile. La Linea A, quella che attraversa la città da nordovest a sudest passando per la stazione Termini, dalla domenica al giovedì chiude (per lavori) alle 21. Quando non chiude per allagamento, come nella giornata di ieri.
E nei mesi scorsi, lo stop a inizio serata era toccato alla linea B.
Il servizio autobus sostitutivo non garantisce lo stesso livello di servizio sia per minor capacità sia per la inevitabile lentezza.
Le situazioni descritte non sono purtroppo temporanee o casuali ma sono una costante nel tempo. Ed è questo servizio a singhiozzo – per non dire di peggio – che cozza contro la paventata misura del sindaco Gualtieri che vuole estendere a tutta la città la Ztl per le auto inquinanti.
Con questo pessimo servizio, infatti, l’alternativa all’auto è …un’altra auto. Con tutto il peso economico che ciò comporta per cittadini e aziende. Ma l’alternativa non sono certo i mezzi pubblici né i taxi, visti i frequenti tempi di attesa bibilici anche per le auto pubbliche.
(Visita Atac.roma.it)