Le 5 tendenze per il 2023 in tema di sicurezza sono al centro del Risk Outlook 2023 di International Sos. Per realizzare questo studio la società specializzata nella gestione del rischio ha condotto un’indagine su 1218 professionisti senior di risk management in 108 Paesi.
1. Il potere della raccolta di informazioni nel processo decisionale
Le organizzazioni possono raccogliere facilmente informazioni perché queste ultime vengono prodotte a ciclo continuo, H24. La vera sfida consiste nell’aggregare, analizzare e utilizzarle per prendere decisioni valide in modo tempestivo, in particolare per la salute e la sicurezza dei dipendenti e per garantire la continuità aziendale. È importantissimo non cadere nella trappola della disinformazione, ma reperire dati attendibili, tempestivi e accurati.
2. Adattarsi alla crisi permanente, un’altra delle 5 tendenze per il 2023
il conflitto tra Russia e Ucraina avrà un impatto anche nel 2023, e non solo sui due Paesi. Le crescenti fratture tra la Russia e l’Occidente, infatti, si ripercuoteranno su altri conflitti ed esacerberanno tensioni geopolitiche di vecchia data. In più, la competizione tra Stati Uniti e Cina dominerà sempre di più il panorama geopolitico ed economico. Uno scenario caratterizzato da un’estrema volatilità, che costringe i team di crisis management a gestire uno stato di “crisi permanente”. “Ormai l’analisi che le aziende compiono per individuare i possibili rischi per il business e per il personale deve essere continua” sottolinea Franco Fantozzi, senior security advisor di International Sos. L’effetto collaterale? Una possibile “crisis management fatigue”, che occorrerà mitigare fornendo alle organizzazioni il giusto livello di formazione e strumenti in grado di renderle più “resilienti”.
3. Più supporto ai viaggiatori tra le 5 tendenze per il 2023
Il Risk Outlook 2023 evidenzia che la maggior parte delle organizzazioni (86%) sta mantenendo invariati o aumentando i budget per il travel risk management, quindi è probabile che i viaggi continueranno a crescere e torneranno ai livelli pre-pandemia. Una previsione che trova riscontro nei dati di International SOS, secondo i quali il volume dei viaggi internazionali attualmente è pari all’83% dei livelli pre-Covid. Un aspetto, però, è cambiato: i viaggiatori sono più propensi a chiedere consigli e assistenza e desiderano ricevere maggiore supporto. Il 76% vorrebbe ricevere assistenza medica, l’11% nell’ambito della sicurezza e il 13% nel corso delle trasferte.
4. Impatto sulla salute dei cambiamenti climatici e di altri fattori
Gli esperti interpellati per il Risk Outlook 2023 ritengono che il cambiamento climatico stia contribuendo ad accelerare l’insorgenza di nuove malattie infettive e a far riemergere quelle vecchie, come dimostrano le molteplici epidemie “insolite” del ventunesimo secolo, tra cui Sars, Ebola, Covid-19 e Monkey Pox. Ma anche se sono ormai preparate ad affrontare i rischi connessi al Covid-19, le organizzazioni non sembrano ancora pronte a gestire gli scenari futuri. Il rapporto rileva che solo il 25% sta mettendo a punto delle strategie per affrontare eventuali nuove pandemie. Mentre, sottolinea il Dott. Fareed Ahmed, senior medical advisor Italia di International Sos, “dovrebbero ampliare i piani di crisi e di business continuity per includere sia i rischi sanitari noti che le minacce potenziali. Può essere utile eseguire esercitazioni che comprendano gli scenari probabili, così come quelli improbabili worst-case, per garantire che i team siano preparati”.
5. Accento sulla felicità
La pandemia di Covid-19 è stata un acceleratore per le malattie mentali a livello globale. Ansia e depressione sono aumentate di oltre il 25%. Ecco perché le organizzazioni oggi riconoscono la crescente necessità di concentrarsi su questo tipo di patologie. Tra le 5 tendenze per il 2023 compare dunque anche la formula per promuovere la felicità sul lavoro: (A + B + C) – D: A è l’autonomia, che significa consentire flessibilità e libertà di scelta ai dipendenti; B sta per “belonging”, ovvero il senso di appartenenza che si ottiene incentivando le connessioni e relazioni di valore sul posto di lavoro; C è la competenza, che implica anche opportunità di carriera e di sviluppo delle proprie capacità; D, infine, sta per “demand”, ossia richieste che aumentano i fattori di stress e sottraggono energia: ad esempio, carichi di lavoro ingestibili, ritmi e orari di lavoro inadeguati o esposizione a comportamenti dannosi, come il mobbing o le molestie.