Ryanair, sciopero dei piloti. Il vettore irlandese, che ha appena chiuso a marzo l’anno finanziario 2017-2018 con un utile in crescita del 10% a 1,45 miliardi di euro superando i 130 milioni di passeggeri (più 9% anno su anno), si trova infatti ad affrontare uno sciopero dei piloti il 12 luglio. E dopo le minacce di agitazioni da parte degli assistenti di volo e del personale di terra, con in prima linea quelli di Italia, Spagna, Olanda, Belgio e Portogallo, ecco la data della loro astensione la lavoro; il 25 luglio, per 24 ore, in Italia, a cui hanno attaccato anch eil 26 negli altri paesi.
Ryanair, sciopero dei piloti il 12 luglio. L’agitazione, del sindacato IALPA, contro il trasferimento dei piloti tra le sue basi
Ryanair, sciopero dei piloti il 12 luglio, voluto dalla Irish Airline Pilots’ Association (IALPA), contro il trasferimento dei piloti tra le sue basi. Il sindacato afferma che i suoi membri non hanno avuto chiarimenti sulle questioni quali il “trasferimento/assegnazione volontari/volontari di base, l’assegnazione delle ferie annuali e la loro promozione”. Il sindacato sostiene che ai piloti sono stati consegnati trasferimenti obbligatori e sono state negate le richieste di cambiamento, che hanno “un effetto devastante sulla vita familiare”. Ma da Ryanair l’invito, l’ennesimo secondo il vettore, a incontrarsi l’11 luglio per evitare lo sciopero (vedi qui gli scontri in casa Ryanair).
Intanto gli assistenti di volo e personale di terra di Ryanair riuniti a Dublino in un vertice coordinato dall’International Transport Workers’ Federation hanno presentato una una lista di ben 34 richieste al vettore, tra cui molte riguardanti i loro contratti di assunzioni, in particolare quelli sottoscritti attraverso le agenzie interinali di cui si serve la low cost. Tra cui avere una “retribuzione adeguata”, lo stop all’assunzione attraverso le agenzie interinali, il riconoscimento delle leggi sul lavoro dello Stato in cui il dipendente lavora (e basta conti correnti obbligatori da aprire in Irlanda) e un sistema pensionistico adeguato. Altre richieste sono quelle di non far pagare più ai dipendenti il cibo, l’acqua e le divise, e di fermare la competizione a bordo tra gli assistenti di volo su chi vende più prodotti. Ma, scrive il Corriere: “Le loro richieste non hanno senso. Gli assistenti di volo della nostra compagnia guadagnano già fino a 40 mila euro l’anno, più del doppio della retribuzione necessaria a vivere, i loro turni sono già fissi sul 5-3 (5 giorni di lavoro, 3 di riposo, ndr), non possono volare per più di 900 ore l’anno (una media di 18 ore la settimana), ricevono un addestramento gratuito, 400 euro per permessi di malattia e per la divisa e ricevono un incentivo del 10% sulle vendite a bordo”. E, ultim’ora, è arrivata la decisione dello sciopero: