Per la maggioranza dei travel buyer aziendali (62%) la gestione del rischio di meeting ed eventi è sempre di più una priorità per la propria impresa, ma un quarto delle aziende compie raramente, o addirittura mai, una valutazione formale del livello di rischio delle location. È questo il macro dato, peraltro contraddittorio, che emerge dal Risk Management of Meetings and MICE Travel, report condotto dalla Global Business Travel Association-GBTA in collaborazione con la società WorldAware.
La ricerca ha coinvolto oltre 120 travel buyer statunitensi e canadesi con l’obiettivo di indagare come le aziende affrontano il tema della sicurezza di chi partecipa alle riunioni e di chi viaggia per prendere parte a meeting, eventi e incentive. Un tema d’indubbia attualità (qui vi avevamo spiegato delle 30 criticità principali per i business traveller) che, però, non sembra ancora sufficientemente considerato dalle aziende: il 24% dei rispondenti ha infatti dichiarato che la propria azienda non valuta mai o solo raramente il livello di rischio di destinazioni, quartieri e location nei quali si svolgono gli eventi. Come sottolinea il direttore esecutivo e generale di GBTA Michael W. McCormick: “Le aziende stanno certamente facendo passi da gigante nel settore della gestione dei rischi degli eventi, ma gli sforzi attuali lasciano a desiderare. E questo nonostante una corretta prassi possa essere l’elemento che fa la differenza tra un evento di successo e uno mal riuscito”.
Gestione del rischio negli eventi: le aziende ancora poco attente secondo il report di GBTA
Mentre la maggior parte dei programmi di viaggio per trasferte aziendali prevede una soluzione di gestione del rischio, meno della metà (49%) ne ha uno che includa i dati MICE, lacuna che, come è facilmente comprensibile, rende difficile per le aziende monitorare i propri dipendenti garantendone così la sicurezza. Non stupisce allora che secondo un terzo dei travel buyer è più difficile tenere traccia dei dipendenti che viaggiano per partecipare agli eventi rispetto a quelli che viaggiano, per esempio, per un sales trip. Non solo: la maggioranza degli intervistati (80%) dispone di un piano di comunicazione di crisi per mettersi in contatto in caso di emergenza con i dipendenti che partecipano agli eventi ma solo il 36% lo adotta.
Parlando di MICE, una difficoltà che le imprese sono chiamate ad affrontare consiste nell’aggregare dati che provengono da più fonti poiché le prenotazioni vengono effettuate utilizzando molteplici canali quali, per esempio, le travel management company (Tmc) e le meetings management company.
Lo scenario individuato dall’associazione sembra però destinato a cambiare: il prossimo anno il 28% dei travel buyer è intenzionato ad adottare un programma di gestione del rischio che includa i dati MICE.
Il report Risk Management of Meetings and MICE Travel è disponibile esclusivamente per i membri di GBTA cliccando qui.
La foto di copertina si riferisce all’Aon Politcal Risk Map del 2018 (su dati 2017), che trovate a questo link. Secondo l’ultima analisi della società esperta di consulenza sui rischi, di HR e di assicurazioni, la probabilità di un conflitto tra gli Stati, anche con il coinvolgimento di grandi potenze, ha raggiunto il livello massimo dalla fine della Guerra Fredda.